Questioni bibliche Maestra sospesa: è giusto?
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MAESTRA SOSPESA: E' GIUSTO?

19/04/23

Qualche giorno fa è accaduto che una maestra sarda è stata sospesa per 20 giorni, con stipendio decurtato, per aver fatto recitare l'Ave Maria e distribuito dei mini-rosari in una classe di scuola elementare. Immediatamente si è acceso il dibattito fra i difensori della maestra, che ritengono che essa abbia agito nella più totale buona fede, esprimendo legittimamente le proprie convinzioni, e coloro che, invece, la accusano di aver voluto plagiare i bambini con pratiche religiose non condivise all'unanimità. Nel mondo cristiano, poi, ci si è ulteriormente divisi fra chi ha simpatizzato con la maestra per la comune appartenenza alla famiglia della fede, e chi, invece, ne ha contestato il modo di fare, poco attento alle diversità culturali e religiose.

Noi di Questioni Bibliche riteniamo che sia doveroso sollevare tre punti di riflessione:

1. Questione professionale. Il comportamento della maestra ha rispettato le norme relative alla PROFESSIONE? Dirigente e Provveditore, infatti, hanno sottolineato che il provvedimento disciplinare è scattato a seguito di molteplici segnalazioni, di fronte alle quali è stato necessario agire in autotutela (denunciare per evitare di essere denunciati). Nello specifico, la normativa scolastica impone che qualunque attività o metodologia non prevista dalla programmazione disciplinare debba essere AUTORIZZATA dai genitori: in questo caso, diversi genitori hanno affermato di non essere consapevoli di tali attività.

Eppure, è capitato che qualche docente, o addirittura qualche istituto, abbia dato vita, recentemente, a iniziative non autorizzate, anche relativamente alla propaganda gender di cui tanto si discute; in quel caso, però, la voce di protesta dei cristiani non ha tardato a farsi sentire. Se, quindi, rifiutiamo l'imposizione, dovremmo farlo SEMPRE, a prescindere dai contenuti proposti e dal credo di chi li propone.

2. Questione etica. Nel suo operato, la maestra ha rispettato le norme ETICHE che sono implicite nei rapporti di autorità? Ci sembra di dover rispondere in modo negativo. Un conto, infatti, è obbedire al mandato di evangelizzare, che è sacrosanto (1Co 9:16), e che, in un paese civile, può attuarsi nella forma della libera condivisione; altra cosa è imporre, sotto forma di attività didattica, pratiche particolari, a un'utenza costituita da minori, cioè persone che sono PRIVE di adeguati strumenti per dissociarsi, opporsi, esprimere consenso o dissenso, dar vita, insomma, a scelte autonome e consapevoli, frutto di pensiero critico.

Vogliamo credere che la maestra fosse assolutamente in buona fede, ma ci sentiamo anche in diritto di chiedere che i nostri figli non vengano esposti a qualsiasi arbitrio, solo perché il docente ritiene di essere nel giusto; il docente deve muoversi nei binari tracciati dalla propria etica professionale, come dicevamo.

3. Questione spirituale. Le pratiche diffuse dalla maestra possono essere accettate, in modo univoco, da TUTTA la cristianità? Anche in questo caso, ci sembra di dover evidenziare che non è così. Preghiere mnemoniche, rivolte ad altri che al Padre, oggetti e rituali di natura culturale o folkloristica, ma non biblica, sono elementi che NON si possono definire genericamente "cristiani" e che, anzi, moltissimi cristiani rifiutano; pertanto, non comprendiamo il motivo per cui ci si aspetti che dette pratiche siano da considerarsi rappresentative di tutta la famiglia della fede.

Ci chiediamo: se il docente avesse coinvolto i bambini in una preghiera ad Allah o in una seduta yoga, la cosa sarebbe stata ugualmente accolta di buon grado?

Infine, vogliamo ricordare che l'evangelizzazione è un compito serio, profondamente spirituale, che non può risolversi con l'inculcare pratiche esteriori, in quanto il Signore mira a conquistare il nostro CUORE. "Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua e con tutta la mente tua. Questo è il grande e il primo comandamento"(Matteo 22:37-38).

Riteniamo che il cristiano debba essere LUCE (Mt 5:14) ovunque, anche sul posto di lavoro e nei rapporti con il prossimo, presentandosi "in ogni cosa come esempio di opere buone; mostrando nell'insegnamento INTEGRITA', dignità, linguaggio sano, irreprensibile, perché l'avversario resti confuso, non avendo nulla di male da dire contro di noi" (Ti 2:7-8).

E tu, cosa ne pensi? 


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