Questioni bibliche Come posso sapere se è Dio che mi sta parlando?
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COME POSSO SAPERE SE E' DIO CHE MI STA PARLANDO?


"Come è possibile che, nonostante Dio mi avesse parlato chiaramente su una situazione, nella realtà le cose siano andate diversamente?"- ci chiede una nostra lettrice

Partiamo da un presupposto basilare: Dio non può mentire, né può essere infedele alla Sua Parola. Se, quindi, accade che alcune nostre aspettative non vengano soddisfatte, dobbiamo ricercarne la causa solo ed esclusivamente in noi stessi.

Chiediamoci: quella che abbiamo ascoltato era proprio la voce di Dio, o era la voce di qualcun altro?

La Parola di Dio ci mostra, infatti, che possiamo cadere in errore dando retta a voci sbagliate che provengono:

a. dal nemico

b. da noi stessi

a. La voce del nemico

In Genesi 3, vediamo che Satana convince Eva a trasgredire all'ordine di Dio di non mangiare dall'albero della conoscenza del bene e del male, mettendo in discussione la veridicità della Sua Parola. In quel momento, Eva avrebbe dovuto ricordarsi della sovranità di Dio e del fatto che Egli non può mentire, piuttosto che cedere alle lusinghe del serpente. Ma perché ciò non avvenne? Perché, prima di essere sedotta dal serpente, Eva lo fu dalla propria concupiscenza. "Poi, quando la concupiscenza ha concepito, partorisce il peccato e il peccato, quando è consumato, genera la morte", Giacomo 1:15-18.

Se diamo retta alla voce del nemico delle nostre anime, è solo perché desideriamo qualcosa per noi stessi: Satana è semplicemente lo strumento più efficace e disponibile per ottenerlo. Faccio un esempio estremo: se io desidero riempire il mio vuoto interiore e non mi lascio guarire dal Signore, quando Satana si presenterà con la sua offerta di vizi e dipendenze non saprò chiudergli la porta in faccia.

Notiamo anche che Adamo ed Eva cercarono di gettare la colpa di quanto accaduto su qualcun altro, ma Dio non li giustificò. Questo ci insegna a cercare le cause dei nostri errori in noi stessi e a dare peso alle nostre responsabilità, ma soprattutto ci ammonisce a non confondere la voce dei nostri desideri con la voce di Dio: se abbiamo dei dubbi riguardo a chi ci stia parlando, non dobbiamo fare altro che consultare la Parola per verificare se ci siano contraddizioni o meno con ciò che "sentiamo".

b. La nostra voce

Mentre Paolo e i suoi discepoli cercavano di evangelizzare in ogni luogo possibile, successe qualcosa di inaspettato: "Mentre attraversavano la Frigia e la regione della Galazia, furono impediti dallo Spirito Santo di annunziare la parola in Asia. Giunti ai confini della Misia, essi tentavano di andare in Bitinia, ma lo Spirito non lo permise loro", Atti 16:6-7.

Stavolta era lo zelo personale dei credenti a muoverli in una direzione sbagliata, e non il nemico. Infatti, Paolo era fermamente convinto che fosse necessario "insistere a tempo e fuor di tempo" (2Tm 4:2); tuttavia, in quel caso non aveva consultato lo Spirito Santo, che aveva altri piani.

Qualcosa del genere successe anche un po' di tempo dopo. In Atti 15, vediamo che Paolo e Barnaba dovettero separarsi in seguito a una forte disputa intorno a Giovanni detto Marco, perché Barnaba lo voleva con sé, ma Paolo era contrario, essendosi costui macchiato di indegnità per averli abbandonati quando erano in Panfilia.

Quando, però Paolo si ritrovò prigioniero a Roma, notiamo che egli diede ordine a Timoteo di prendere Marco, perché gli era "molto utile nel ministero" (2Ti 4:11). Evidentemente, Barnaba aveva avuto ragione a dare a questo discepolo una seconda opportunità! Non possiamo dire che Paolo fosse in malafede o spinto dal nemico, in quanto la Parola ci illustra che egli agì fedelmente ai suoi principi; ancora una volta, però, non aveva fatto i conti con lo Spirito Santo, che intendeva dare a Marco una possibilità di riscatto.

Può capitare, quindi, che, nonostante ciò che intendiamo fare sia buona cosa, essa non coincida con la perfetta volontà di Dio.

Un capitolo a parte merita la questione visioni, sogni e profezie. Ci sono, infatti, nella Parola, molti episodi con visioni e sogni da parte di Dio, ma Egli specifica che, se il messaggio profetico non si compie, è un chiaro segno che esso non proviene da Dio: "Quando il profeta parla in nome dell'Eterno e la cosa non succede e non si avvera, quella è una cosa che l'Eterno non ha proferito; l'ha detta il profeta per presunzione; non aver paura di lui", De 18:22.

Ciononostante, la storia di Giona ci insegna che la preghiera e il ravvedimento possono allontanare i giudizi di Dio e, quindi, rendere nulle determinate profezie di morte e distruzione; infatti, Dio è disposto a perdonare chi si allontana dalle proprie vie malvagie (2Cronache 7:14-13). Allora come si fa a capire se il messaggio viene da Dio o no?

In Deuteronomio 13, è scritto che il banco di prova è la conformità alla Sua Parola. Nel periodo della Legge, quando veniva proferito un messaggio contrario alle Scritture, il profeta o il "sognatore" doveva essere messo a morte.

E oggi? L'apostolo Paolo, prodigo di consigli di buon senso per la Chiesa, esorta i credenti a non disprezzare le profezie, e a "ritenere il buono" (1Te 5:20-21): questo implica che tutto ciò che non è conforme alla Bibbia va scartato risolutamente, ma anche che non si può screditare qualsiasi profezia solo perché può esserci qualche sbavatura.

Ad esempio, se qualcuno profetizza a un credente che Dio vuole mettere fine alle sue sofferenze, questa parola deve essere necessariamente circoscritta al problema presente, e non va intesa in senso assoluto, perché ciò non sarebbe in linea con la Parola.

Parliamo ora di pratiche che rasentano la stregoneria, come la "bibliomanzia" o l'abuso di segni e conferme da parte di Dio (inutile ricordare che la negromanzia e la magia sono peccati gravissimi). Dio non ci ha mai comandato di usare la Bibbia come le carte o i tarocchi, aprendola "a caso" per ricevere un messaggio ad hoc; allo stesso modo, non possiamo affidarci a qualsiasi fenomeno naturale scambiandolo per "segno". L'arcobaleno è un messaggio perpetuo di pace per l'umanità da parte di Dio, ma questo non significa che ogni singolo lampo, tuono, o, peggio, scia di scarico aereo sia un segno divino!

Gedeone chiese a Dio un segno di conferma solo dopo aver creduto nella Sua Parola, e, per avere la certezza che fosse proprio la Sua voce, ebbe il coraggio di chiedere anche il segno opposto (Gc 6:36-40).

Gesù, però, deprecò la pratica della richiesta di segni da parte degli increduli: "Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno, e segno non le sarà dato se non quello di Giona" (Mt 16:4); Lui non ha bisogno di convincere nessuno della propria deità, perché "senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è" (Eb 11:6).

Nessuna "scorciatoia" ci porterà a una maggiore conoscenza di Dio, ma solo uno studio serio, costante e approfondito della Sua Parola.

Dio ci benedica! 

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