Questioni bibliche Divorzio e nuove nozze: quando è possibile?
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DIVORZIO E NUOVE NOZZE: QUANDO E' POSSIBILE?

Prima di rispondere, vogliamo specificare che in questa sede non intendiamo indirizzare il credente a regolarsi in un modo piuttosto che in un altro, né mettergli pesi o pressioni di varia natura, in base a ciò che riteniamo giusto: non siamo stati chiamati a questo.

Pertanto, il nostro compito sarà, come sempre, quello di cercare di far luce sul consiglio della Parola, nella speranza che il nostro contributo possa aiutare qualcuno che ne ha bisogno.

Veniamo a noi. Gli studi sull'argomento non mancano, per cui cercheremo di focalizzarci solo sul necessario, facendo le necessarie premesse.

La Parola afferma chiaramente che Dio odia il divorzio (Malachia 2:16), perché esso mina l'unità del matrimonio (Genesi 2:24; Matteo 19:5; Efesini 5:31), che, a sua volta, rappresenta l'unione intima tra Cristo e la Chiesa (Cantico dei Cantici). Nel progetto di Dio non esiste la divisione, che è un'opera della carne, e non dello Spirito (Ga 5:19); lo stesso Cristo è unito al Padre (Giovanni 17:10-11;21), e si aspetta una Chiesa unita in Lui (Gv 17:11;21).

Chiarito il principio teologico per cui Dio non ha previsto il divorzio, dobbiamo, però, specificare, che la Parola ammette che esso possa verificarsi, e, quindi, fornisce delle direttive in merito.

!!! Attenzione. La criticità più grande non riguarda il divorzio in sè, ma la possibilità di contrarre un nuovo matrimonio. Questa evenienza, e cioè le nuove nozze, è ammessa solo in un caso, citato da Gesù in Matteo 19:8. Ma andiamo con ordine.

Esaminiamo le istruzioni di Paolo per le coppie sposate, in 1Corinzi 7:10-17: "10 Agli sposati invece ordino, non io ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito, 11 e qualora si separasse, rimanga senza maritarsi, o si riconcili col marito. E il marito non mandi via la moglie. 12 Ma agli altri dico io, non il Signore: se un fratello ha una moglie non credente, e questa acconsente di abitare con lui, non la mandi via. 13 Anche la donna che ha un marito non credente, se questi acconsente di abitare con lei, non lo mandi via, 14 perché il marito non credente è santificato nella moglie, e la moglie non credente è santificata nel marito, altrimenti i vostri figli sarebbero immondi; ora invece sono santi. 15 Se il non credente si separa, si separi pure; in tal caso il fratello o la sorella non sono più obbligati; ma Dio ci ha chiamati alla pace. 16 Infatti che ne sai tu, moglie, se salverai il marito? Ovvero che ne sai tu, marito, se salverai la moglie? 17 Negli altri casi, ciascuno continui a vivere nella condizione che Dio gli ha assegnato e come il Signore lo ha chiamato; e così ordino in tutte le chiese".

Esaminiamo tutte le casistiche citate dall'apostolo Paolo:

1. Due credenti si separano (v.10). SONO POSSIBILI LE NUOVE NOZZE?

NO. Paolo dice che, se non riescono a riconciliarsi, devono rimanere senza risposarsi (v.11).

2. Un credente vorrebbe separarsi dal coniuge non credente (vv.12-13). PUO' FARLO?

Il consiglio di Paolo ("io, non il Signore" v.11) è

a. NO, SE IL CONIUGE ACCONSENTE A STARE CON LUI, perché la testimonianza e la santità del credente possono portare l'altro alla salvezza (vv.13-14).

b. SI', SE IL CONIUGE NON ACCONSENTE A STARE CON LUI ("il fratello o la sorella non sono più obbligati", v.15). E' lo stesso caso in cui un non credente prenda l'iniziativa di voler divorziare (v.15).

IN QUEST'ULTIMO CASO, SONO POSSIBILI, PER IL CREDENTE, LE NUOVE NOZZE?

NO. Al di là della linea di Paolo, che è quella di cercare sempre il perdono e la riconciliazione (v.15), osserviamo il v.27: "Sei legato ad una moglie? Non cercare di esserne sciolto. Sei sciolto da una moglie? Non cercare moglie" e il v.39: "La moglie è vincolata per legge per tutto il tempo che vive suo marito; ma se il marito muore, essa è libera di maritarsi a chi vuole, purché nel Signore".

Dunque, l'uomo che è divorziato dalla moglie non deve cercarne un'altra e la donna non è libera di risposarsi se non quando muore suo marito.

E' da notare che Paolo, quando parla di coppie cristiane, specifica che si tratta di ordini del Signore (che, infatti, trovano conferma nelle parole di Gesù in Matteo 19), mentre, quando parla di coppie miste, afferma che il consiglio è il suo (v.11); questo elemento non rende la Parola meno valida: il consiglio di Paolo è il consiglio di Dio! Quindi, dobbiamo assolutamente interpretare le Parole pronunciate da Paolo come prescrittive.

Il motivo per cui Paolo specifica che il consiglio è il suo è che Dio non ha mai contemplato il matrimonio misto e, quindi, non lo ha regolamentato; tuttavia, succedeva, nella chiesa primitiva come in quella odierna, che una persona si convertisse e il coniuge no, e allora si doveva gestire il caso.

!!! Attenzione. Non è previsto, invece, che una persona già credente scelga di sposarne una non credente: infatti, la mancanza del Signore come base della coppia non garantirebbe la riuscita dell'unione. Vogliamo anche sottolineare che il partner dovrebbe essere scelto in base all'evidenza di un'esperienza reale in Cristo, e non solo perché si autodefinisce cristiano/a e frequenta una chiesa. Seguendo questa linea, riusciremmo a prevenire la maggior parte degli eventuali problemi.

Ma, allora, alla luce di tutto ciò, QUANDO SONO POSSIBILI LE NUOVE NOZZE?

In Matteo 19:9, Gesù afferma: «Or io vi dico che chiunque manda via la propria moglie, eccetto in caso di fornicazione, e ne sposa un'altra, commette adulterio; e chi sposa colei che è stata mandata via, commette adulterio». In Marco 10:12, Gesù afferma che questo vale anche per la moglie che si comporta così.

Come si vede, l'affermazione di Gesù riguarda non solo il divorzio, ma anche il nuovo matrimonio. Parafrasando, potremmo dire: divorziare e risposarsi è sempre adulterio, tranne in caso di fornicazione di uno dei due. Addirittura, l'adultero espone all'adulterio altre due persone: il coniuge mandato via, per quanto innocente, se contrae nuove nozze, e la persona che si unisce a costui/ei. I farisei credevano di essere autorizzati alle nuove nozze utilizzando il libello di divorzio istituito da Mosè, ma Gesù spiegò che quello era semplicemente uno strumento per tutelare la donna da ogni insinuazione o accusa di colpevolezza (v.8). La verità era così dura che essi esclamarono che non conviene sposarsi (v.10), che poi è anche il consiglio di Paolo per "evitare tribolazioni nella carne"!

La fornicazione, ovvero l'impurità sessuale nelle sue varie forme (non solo tradimento, ma anche flirt, pornografia, ecc.), è l'unica condizione che può far considerare sciolto un matrimonio, e che può consentirne un altro. E' facile dedurne il motivo: l'unione intima tra due coniugi è il sigillo che garantisce l'effettività del matrimonio; se essa viene inquinata, il patto si considera rotto, e il coniuge leso è da ritenersi innocente. Ovviamente, la strada del perdono è sempre praticabile ed è da preferire.

La fornicazione è un peccato ad amplissimo spettro e quindi -ahimè- causa frequentissima di richieste di divorzio.

!!! Attenzione. Non è, quindi, la separazione ad essere considerata adulterio, ma il nuovo matrimonio (conseguente a divorzio), eccetto in caso di fornicazione: se accade questo, la parte offesa può risposarsi.

Adesso ci sembra il momento di fare una riflessione.

Nella maggior parte delle chiese cristiane si tende a tollerare le nuove nozze ormai in tutti i casi, anche se non ci sono le condizioni bibliche, considerando questa soluzione come "il male minore", per evitare che la persona commetta adulterio poiché "arde". A noi sembra che le parole di Gesù siano state chiare: se non sussistono i requisiti, sposarsi di nuovo è considerato sempre adulterio. Non intendiamo forzare la volontà di nessuno, ma neanche allontanarci dalla linea biblica.

A questo punto rispondiamo a un'altra domanda: IN CASO DI VIOLENZA FISICA, E' POSSIBILE SEPARARSI/DIVORZIARE E RISPOSARSI?

a. Separarsi. SI', è possibile, in base a quanto abbiamo letto in 1Corinzi 7:10.

b. Divorziare e risposarsi. SI', SE C'E' ANCHE FORNICAZIONE DEL PARTNER; NO, IN CASO CONTRARIO.

!!! Attenzione. La Parola invita i credenti a fare uso delle autorità di Chiesa per risolvere i problemi interni (Matteo 18:15-17), e delle autorità civili per risolvere i problemi con i non credenti (Romani 13:4). Questo significa che:

1. Se il marito violento è credente, posso chiedere l'aiuto del pastore e degli anziani, pregare con loro e cercare di ottenere un ravvedimento. L'ideale è sempre la riconciliazione, e Dio, che è "il terzo capo della corda" (Ec 4:12), lavora a questo scopo. Mai, quindi, stancarsi di intercedere presso Dio, e mai vergognarsi di chiedere aiuto alla chiesa! Se ci muoviamo secondo la Parola, otterremo le promesse che vi sono contenute.

2. Se il marito violento è non credente, e quindi non posso coinvolgere le autorità di chiesa, e in più non me la sento di coabitare con lui per cercare di guadagnarne la salvezza, la Parola mi autorizza a rivolgermi alle autorità secolari, che possono disporre un allontanamento forzato da casa. Non è cattiva testimonianza: è il mezzo che Dio ha scelto per tutelare me e la mia famiglia.

Speriamo di aver risposto in maniera esaustiva alle domande che ci sono state poste. Dio ci benedica!

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