Questioni bibliche
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Quel "Non ti è lecito" che la Chiesa è chiamata a dire ai governanti

30.10.2021

Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello!» Perciò Erodiade gli serbava rancore e voleva farlo morire, ma non poteva. Infatti Erode aveva soggezione di Giovanni, sapendo che era uomo giusto e santo, e lo proteggeva; dopo averlo udito era molto perplesso, e l'ascoltava volentieri (Mr 6:18-20).

È notizia freschissima che una nota proposta di legge a dir poco controversa per noi cristiani, il DDL Zan, sia stata clamorosamente accantonata, grazie a una battaglia durata mesi. Una battaglia che è stata portata avanti da pochissimi leader cristiani, per la verità, i quali hanno "osato" presentare le proprie rimostranze addirittura davanti al Senato (a colpi di giurisprudenza, e non di versetti biblici -ovviamente!). Ed è solo grazie a questo sparuto numero di "voci nel deserto" che oggi possiamo gridare vittoria.

Certo, sul web si sono visti tanti "NO" di protesta e taluni -anche se in numero inferiore- hanno preso parte a qualche manifestazione. Ma è mancata la parte più importante: il "non ti è lecito" di tanti, troppi leader cristiani... oltre che degli immancabili credenti "titubanti". Lampade sepolte sotto il moggio dell'indifferenza, o dell'indecisione.

Il punto della questione è il seguente: esiste una convinzione radicata, tra i figli di Dio, che non sia compito della Chiesa intrufolarsi nella politica e nelle sue decisioni, e che il nostro rapporto con le istituzioni debba limitarsi al "dare a Cesare quel che è di Cesare". La motivazione? Siamo cittadini dei cieli: ciò che accade sulla Terra è relativo. Eppure, grazie a questa vittoria a cui TANTI non hanno contribuito, TUTTI hanno ottenuto indiscussi vantaggi SPIRITUALI nella predicazione della Parola di Dio!

Continuo a pensare a Giovanni Battista. Voglio dire: Giovanni abitava nel deserto, vestendo e mangiando in maniera spartana, e avendo come unica occupazione quella di gridare al ravvedimento. Eppure, non sappiamo come né quando, in un dato momento della sua vita lo troviamo alla presenza di un re, a dirgli: "Stai sbagliando, perché sei in adulterio".

Poteva tacere e continuare a gridare nel deserto. Qualcuno si sarebbe avvicinato -e tanti arrivavano. Eppure, Giovanni sentì il bisogno di andare proprio da Erode, e sappiamo che non finì bene per lui. E per fare cosa? Per tentare di farlo desistere da un "comune" peccato di cui, in Israele, nessuno si scandalizzava più. Ma le parole di Giovanni non andavano a vuoto, perché Erode aveva STIMA di lui.

A questo punto qualcuno potrebbe obiettare che il raggio d'azione di Giovanni rimase confinato all'"uomo" Erode e non riguardò la sua politica. Non mettiamo in dubbio che Dio fosse interessato al destino dell'anima di Erode; in realtà, però, Giovanni sapeva che il peccato personale di un governante può nuocere all'intera nazione. Diamo uno sguardo alle Scritture.

Il censimento peccaminoso voluto da Davide scatenò la peste su tutto il popolo d'Israele (1 Cr 21; 2 Sa 24). La codardia dei giudici d'Israele al tempo di Debora portò il popolo a essere preda dei Cananei (Gc 5). I re che ripristinarono l'idolatria indussero tutto il popolo a peccare (1, 2 Re; 1, 2 Cr). Quindi, stabiliamo un punto fermo: il modo in cui un governante opera nel privato ha NECESSARIAMENTE delle ricadute sul pubblico e può coinvolgere milioni di persone, nel bene e nel male.

Di contro, infatti, quando un'autorità opera con saggezza può salvare un intero popolo, come fu per Giuseppe, consigliere illuminato del faraone, grazie al quale il popolo egiziano scampò alla più grave carestia della sua storia (Ge 41, 42). Ma cosa sarebbe successo, se il faraone non avesse dato retta a Giuseppe?

In tutta la storia di Israele, ci sono profeti mandati da Dio per guidare l'operato dei re, a partire da Giuseppe per finire, appunto, con Giovanni, passando per Mosè, Giona, Daniele, Isaia, Geremia, per citarne alcuni. Li vediamo preannunciare punizioni divine al sovrano che non si comporta bene, ma anche indirizzare i re a intraprendere o meno una certa battaglia. Fanno segni da parte di Dio, e sono ammirati quanto disprezzati.

Non solo profeti ma, addirittura, semplici uomini timorati di Dio. Quando Geroboamo indusse il popolo a cadere nuovamente nell'idolatria, un anonimo uomo di Dio - e non un profeta- fu mandato ad avvisarlo, con segni e miracoli, che un altro re più giusto sarebbe subentrato a lui e che tutti i suoi idoli sarebbero stati demoliti (2 Re 13: 1-10). E, come nel caso di Erode, Geroboamo capì che quell'uomo parlava da parte di Dio.

Nell'arco della sua lunga vita, il noto evangelista Billy Graham aveva fatto da consigliere personale a ben 12 presidenti statunitensi! E, quando un governante onora la Parola di Dio, Dio onora lui e tutta la nazione. Se avremo il coraggio di uscire allo scoperto, potremo essere usati da Dio per influenzare nazioni, come consiglieri di potenti e autorità. "Chiedimi, e io ti darò le nazioni come tua eredità e le estremità della terra per tua possessione" (Sl 2:8). Sta a noi accettare la sfida.

Non rimaniamo "nascosti" nelle nostre convinzioni. Mettiamoci la faccia, perché Gesù ci ha messo tutto sé stesso.

Dio ci benedica!

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