
LA CREMAZIONE E' AMMESSA DALLA BIBBIA?
La cremazione dei defunti è una pratica da sempre in uso presso diverse culture, come quella induista, e, da qualche anno, si sta riscoprendo anche in Occidente, sia per motivi economici che di altra natura (ne parleremo verso la fine).
Per adesso, precisiamo che la Bibbia non condanna espressamente la cremazione, ma ci mette in guardia da alcuni problemi etici che essa potrebbe sollevare, e ai quali, come cristiani, dobbiamo prestare attenzione.
Nella cultura ebraica, la cremazione non era in uso, anche se, come vedremo, la Bibbia ci mostra delle eccezioni dovute a contingenze straordinarie; erano, invece, utilizzate l'inumazione (seppellimento a terra) e la tumulazione (deposizione della salma all'interno di una caverna/grotta), anche se, dal testo, non sempre risulta chiaro il confine tra le due pratiche. Per esempio, Sara fu seppellita "nella caverna del campo di Makpelah di fronte a Mamre" (Gn 23:19); Mosè "fu sepolto nella valle, nel paese di Moab, di fronte a Bet-Peor; nessuno fino ad oggi ha saputo dove sia la sua tomba" (De 34:6): non è certo se i corpi fossero stato solo deposti, oppure seppelliti all'interno della tomba.
In ogni caso, il tipo di sepoltura aveva molto a che fare con la cultura del posto, e non ci risultano tentativi di svincolarsi da tali tradizioni: piuttosto, ci sono esempi di commistione di più riti.
Per esempio, in Genesi 50:2-3, è scritto che Giuseppe, quando Giacobbe morì, "ordinò ai suoi medici di imbalsamare suo padre. I medici imbalsamarono Israele e vi impiegarono quaranta giorni, perché tanti ne occorrono per l'imbalsamazione. Gli Egiziani lo piansero settanta giorni". Poi, però, Giuseppe chiese e ottenne di seppellire il padre a Canaan, nella stessa caverna in cui si trovava la bisnonna Sara (Gn 50:12). Lo stesso Giuseppe fu imbalsamato in Egitto e poi, per fede, ordinò che le proprie ossa fossero trasportate a Canaan (Eb 11:22): l'imbalsamazione era un rito egizio, mentre l'inumazione/tumulazione apparteneva alla cultura ebraica.
Si può osservare chiaramente che c'era, in ogni caso, un'estrema attenzione per il corpo del morto, per quanto non esistesse alcun divieto, nella Legge, di fare ricorso alla cremazione; piuttosto, si deduce una premura per il seppellimento tempestivo del cadavere, onde evitarne il disonore, persino nel caso in cui il defunto fosse stato un criminale (De 21:22-23). Infatti, quando si intendeva procurare disonore a un nemico, si procedeva a bruciarne il cadavere (Gs 7:25-26; Amos 2:1).
Tuttavia, come accennato all'inizio, in un unico caso si procedette alla cremazione dei defunti proprio per il motivo opposto, cioè per salvaguardarne l'onore. In 1 Samuele 31:11-12, è scritto che "quando gli abitanti di Iabes di Galaad udirono ciò che i Filistei avevano fatto a Saul, tutti gli uomini valorosi si alzarono, andarono tutta la notte, presero il corpo di Saul e i corpi dei suoi figli dalle mura di Beth-Shan, e vennero a Iabes, e là li bruciarono. E presero le loro ossa, e, sepoltili sotto un albero a Jabes, digiunarono per sette giorni".
Sembra incredibile che degli Israeliti avessero scelto di bruciare i cadaveri di altri Israeliti, e le ipotesi sono fioccate; tuttavia, leggendo il seguito, si capisce il perché; infatti, in 2 Samuele 2:5, vediamo che Davide benedisse i Galaditi per aver degnamente sepolto Saul e i figli: "Siate benedetti dall'Eterno, per aver usato questa benignità a Saul, vostro signore, dandogli sepoltura!". Davide non sembra impressionato dal fatto che i cadaveri abbiano subito una cremazione; nel cap. 21, vediamo che egli recupererà le ossa della famiglia di Saul per dar loro sepoltura nella tomba di famiglia. L'idea dei Galaditi di bruciare i corpi, a questo punto, potrebbe essere stata funzionale proprio al recupero successivo delle ossa, operazione che sarebbe stata difficile con i corpi in decomposizione.
Inumazione, tumulazione, imbalsamazione e cremazione sono tutte pratiche impiegate dal popolo ebraico, e a riguardo della loro validità la Legge non dice granché: il denominatore comune sembra essere esclusivamente la preoccupazione per il destino delle ossa -e non di tutto il corpo- che dovevano rientrare in patria e nella tomba di famiglia.
Il motivo di tutto ciò, tuttavia, è di tipo prettamente etnico e culturale, e non teologico. Giuseppe voleva che le proprie ossa fossero trasportate a Canaan per entrare simbolicamente nella Terra Promessa. Non è, quindi, credibile l'ipotesi che il corpo dovesse rimanere integro per permettere la resurrezione finale, anche perché gli Ebrei erano consapevoli che il corpo sarebbe tornato alla polvere (Ec 3:18-20; Ez 18:4).
Naturalmente, questo vale anche per noi. Cosa dire, infatti, dei martiri bruciati sul rogo? Perderanno il premio per colpa dei loro carnefici?! Come cristiani, non possiamo ritenere una simile credenza, che è assurda e priva di fondamento biblico.
Abbiamo anche potuto osservare che il tipo di rituale utilizzato sembra essere subordinato alla preoccupazione di onorare il defunto e la sua famiglia. L'attenzione non era sul corpo in sé e per sé, ma sulla preservazione dell'onore della stirpe, rappresentato simbolicamente dalla tomba che deve accoglie le ossa di tutti gli esponenti.
La cultura cristiana ha proseguito con la tradizione dell'inumazione/tumulazione, soprattutto per imitare il modello della sepoltura di Gesù; ma è scontato che, in qualche misura, abbia inciso anche il motivo neotestamentario ricorrente della resurrezione dei corpi.
Veniamo a noi. Se queste sono le premesse, non ci sarebbe alcun impedimento alla cremazione.
Tuttavia, come cristiani dobbiamo porci, necessariamente, due domande:
- Perché preferiremmo essere cremati?
- Come reagirebbe la coscienza altrui?
1. Se il problema è la paura di svegliarci nella tomba, dobbiamo intervenire su questa abnorme mancanza di fede e chiedere perdono a Dio. Il punto della questione, infatti, non è se la Bibbia permetta la cremazione o meno, ma se la nostra fede ci sorregga abbastanza da farci rimanere in piedi fino all'ultimo giorno. Stiamo attenti a non farci dominare da simili pensieri che non possono venire da Dio!
2. La Bibbia non ci dà il permesso di fare ciò che vogliamo solo perché la cosa non tange nessuno, ma ci invita a salvaguardare la coscienza altrui. "Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è vantaggiosa (1 Co 12:1); "Badate però che questa vostra libertà non divenga un intoppo per i deboli (…) Ora, peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo. Perciò, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non scandalizzare il mio fratello" (1 Co 8:9-13). Se, quindi, nella mentalità collettiva, la cremazione suscita sdegno o scalpore, non conviene optare per essa, in quanto è prioritario salvaguardare la coscienza del più debole.
Ricapitolando:
-La Bibbia non vieta la cremazione e ammette la possibilità che la cultura incida sul rito funebre.
- Sono consentite tutte le pratiche funebri che onorino il defunto e la sua famiglia.
-Non è vero che l'incenerimento di un corpo ne impedisce la risurrezione finale.
-Non dovremmo scegliere la cremazione per mancanza di fede.
-Dovremmo, prima di effettuare la scelta, priorizzare la salvaguardia della coscienza altrui.