
PERCHE' NON DOVRESTI INIZIARE CON L'AMORE DI DIO QUANDO EVANGELIZZI
Ray Comfort
2 Sa 12: "Allora il Signore mandò Natan da Davide. Ed egli venne da lui e gli disse: "C'erano due uomini in una città, uno ricco e l'altro povero. 2 L'uomo ricco aveva moltissime greggi e mandrie. 3 Ma l'uomo povero non aveva nulla, tranne una piccola pecorella che aveva comprato e allevato; essa crebbe insieme a lui e con i suoi figli. Mangiava il suo cibo, beveva dal suo bicchiere e giaceva nel suo seno; e per lui era come una figlia. 4 Ora un viaggiatore venne dal ricco, ma costui non volle prendere una pecora dalla sua mandria o dal suo gregge per preparare un pasto al viaggiatore che era venuto da lui; così prese la pecora dell'uomo povero e la preparò per l'uomo che era venuto da lui".
5 Allora l'ira di Davide fu accesa fortemente contro
quell'uomo e disse a Natan: "Come è vero che vive il Signore, l'uomo che
ha fatto questo merita di morire! 6 E deve restituire quattro volte tanto per
la pecora, perché ha compiuto questa azione e perché non ha avuto pietà".
7 Allora Natan disse a Davide: "Tu sei quell'uomo! Così
dice il Signore, Dio d'Israele: 'Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato
dalla mano di Saul. 8 Ho dato la casa del tuo signore e le donne del tuo
signore in tuo possesso e ti ho dato la casa d'Israele e di Giuda. E se questo
fosse stato poco, ti avrei dato molto di più! 9 Perché hai disprezzato il
comando del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Hai ucciso con la
spada Uria l'Ittita e hai preso sua moglie per farla tua moglie e l'hai ucciso
con la spada dei figli di Ammon. 10 Ora, perciò, la spada non si allontanerà
mai dalla tua casa, poiché mi hai disprezzato e hai preso la moglie di Uria
l'Ittita per farla tua moglie'. 11 Così dice il Signore: 'Ecco, io susciterò la
calamità contro di te dalla tua stessa casa; e prenderò le tue mogli davanti ai
tuoi occhi e le darò al tuo vicino, ed egli giacerà con le tue mogli alla luce
del giorno. 12 Poiché tu l'hai fatto di nascosto, ma io farò quest'opera alla
vista di tutto Israele e alla luce del sole' ".
13 Allora Davide disse a Natan: "Ho peccato contro il
Signore".
E Natan disse a Davide: "Il Signore ha anche perdonato
il tuo peccato; non morrai. 14 Tuttavia, perché hai dato occasione ai nemici
del Signore di bestemmiare, anche il figlio che ti è nato morirà"".
Mentre il mondo direbbe che Davide è stato una vittima
sfortunata delle sue stesse debolezze morali, la verità è che era un uomo avido. Era un bugiardo astuto, un ladro, un adultero e un assassino.
Disonorò i suoi genitori e fece sì che il nome del Signore fosse bestemmiato dai
nemici del Dio che aveva prodigato la sua bontà su di lui. Così Natan fu
incaricato da Dio di riprendere il re.
E' molto significativo l'ordine con cui arrivò il
rimprovero. Natan iniziò dicendo: "C'è un vuoto nel tuo cuore a forma di
Dio"? Certamente no. Che senso avrebbe avuto? Davide era un criminale che
aveva violato la Legge di Dio. È facile vedere il peccato negli altri, ma non
in noi stessi. Davide aveva un grosso tronco di peccato negli occhi, cosicché non
poteva vedere chiaramente. Così Natan diede a Davide (il pastore di Israele)
una parabola su qualcosa che egli poteva capire: le pecore. Cominciò con il regno
naturale, anziché esporre immediatamente il peccato del re. Raccontò una storia
riguardante un uomo ricco che, anziché prendere una pecora dal suo gregge, aveva
ucciso l'agnellino del povero per nutrire uno straniero.
Davide ne fu indignato e si alzò sul suo alto trono di
auto-giustizia. Nel v. 6, rivelò la sua conoscenza della Legge (Esodo
22:1) dichiarando che il colpevole doveva restituire quattro volte tanto e
doveva morire per il suo crimine. L'opera della Legge è scritta nel cuore di
ogni peccatore (Romani 2:15), per cui dobbiamo usare la Legge per portare
la conoscenza del peccato.
Quando si va attraverso i Dieci Comandamenti con i
peccatori, si trova la stessa cosa: non si guarderanno con la stessa misura
morale con cui guardano gli altri. Per anni ho avuto un ostacolo che non
sembravo riuscire a superare. Chiedevo alle persone: "Pensi di essere una
persona buona?". "Sì." Poi dicevo, "Beh, guardiamo i Dieci
Comandamenti per vedere se è vero. Hai mai detto una bugia?". "Sì". Poi cercavo di personalizzarlo dicendo: "Cosa pensi che
questo ti faccia diventare?", e spesso sentivo dire: "Beh, non mi fa
diventare un bugiardo". Così io dicevo: "Come mi chiameresti se
dicessi bugie?" e rispondevano rapidamente: "Un bugiardo". Tuttavia, ho trovato un modo migliore. Invece di chiedere, "Hai mai detto
una bugia?", ora chiedo: "Quante bugie pensi di aver detto nella tua
vita?". Le persone rispondono immediatamente: "Molte." Questo
rende molto più facile far ammettere loro che una persona che ha detto bugie è
un bugiardo.
Nota come Natan personalizzò il peccato di Davide. Non attenuò
la colpa del re dicendo: "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di
Dio." Non generalizzò la sua trasgressione. Sapeva che Davide doveva
capire che il suo peccato aveva fatto arrabbiare Dio. Davide aveva disprezzato
"il comando del Signore". Natan denunciò il peccato del re nel
prendere l'"agnello" di un altro uomo, dicendo: "Tu sei
l'uomo!... Perché hai disprezzato il comando del Signore, facendo ciò che è
male ai suoi occhi?"
Considera come Paolo similmente personalizzò la Legge:
"Tu dunque, che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi:
"Non rubare," rubi? Tu che dici: "Non commettere
adulterio," commetti adulterio? Tu che abborri gli idoli, saccheggi i
templi? Tu che fai vanto della Legge, disonori Dio con la tua trasgressione
della Legge?" (Romani 2:21–23).
Immagina se Natan, temendo il rifiuto, avesse trascurato il
carattere personale del peccato di Davide e invece avesse detto a Davide:
"Dio ti ama e ha un piano meraviglioso per la tua vita. Tuttavia, c'è
qualcosa che ti impedisce di godere di questo meraviglioso piano; si chiama
'peccato'." La reazione di Davide sarebbe potuta essere: "Di che
peccato stai parlando?", anziché ammettere la sua terribile trasgressione.
Pensaci, perché avrebbe dovuto gridare: "Ho peccato contro il
Signore" al suono di quel messaggio? Invece, avrebbe potuto, con sincero
desiderio di sperimentare questo "meraviglioso piano", ammettere che,
come tutti gli uomini, aveva peccato e mancava della gloria di Dio.
"La Legge dovrebbe sempre precedere la misericordia,
perché è la Legge che rende necessaria la misericordia".
Se Davide non fosse stato fatto tremare sotto l'ira della
Legge, il profeta avrebbe rimosso il mezzo stesso da parte di Dio di produrre
dolore, che era così necessario per il pentimento di Davide. È il "dolore
secondo Dio" che produce il pentimento (2 Corinzi 7:10). Fu il peso della
colpa di Davide che lo fece gridare: "Ho peccato contro il Signore."
La Legge gli causò travaglio e lo fece diventare gravato; lo rese affamato e
assetato di giustizia. Lo illuminò riguardo alla seria natura del peccato così
come lo vede Dio.
Solo dopo che Davide ebbe riconosciuto la sua trasgressione
personale, Natan gli diede il "vangelo" (la buona notizia). Quando
Davide ammise di aver peccato contro Dio, il profeta gli diede la grazia e disse:
"Il Signore ha anche perdonato il tuo peccato; non morirai". La Legge
dovrebbe sempre precedere la misericordia, perché è la Legge che rende
necessaria la misericordia. Nella meravigliosa preghiera di contrizione di
Davide nel Salmo 51, notate come i Comandamenti abbiano reso il peccato
personale (notate quante volte Davide dice "io", "me" e
"mio"): "Abbi pietà di me, o Dio, secondo la tua benignità;
secondo la tua grande misericordia cancella la mia iniquità. Lavami
completamente dalla mia colpa e purificami dal mio peccato. Poiché riconosco le
mie iniquità, il mio peccato è sempre davanti a me. Contro di te, contro te
solo ho peccato e ho fatto ciò che è male ai tuoi occhi, affinché tu sia
giustificato quando parli e puro quando giudichi."
Siamo chiamati a camminare sulle orme di Natan: predicare la
Parola, convincere, riprendere, esortare, con ogni pazienza e dottrina (2
Timoteo 4:2). Predica la Legge prima della grazia, e vedrai risultati simili!
Ray Comfort, fondatore e CEO di Living Waters