Questioni bibliche sai perché i vangeli sono proprio quattro
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SAI PERCHÉ I VANGELI SONO PROPRIO QUATTRO?

Quando la polizia arresta un criminale, effettua quattro foto segnaletiche, per avere un quadro d'insieme del soggetto.

La stessa cosa Dio ha fatto per raccontare il Suo amato Figlio: ogni Vangelo rivela uno specifico aspetto del Cristo.

I Padri della Chiesa, a partire da Ireneo (II sec.), hanno rappresentato questa realtà con il "tetramorfo", una figura avente quattro aspetti: uomo, leone, vitello e aquila.

Non è un caso, ma un preciso richiamo biblico presente:

- in Ezechiele 4:10, dove il profeta descrive gli "esseri viventi" come "fusione" dei quattro volti ("Quanto alle loro fattezze, ognuno dei quattro aveva fattezze d'uomo; poi fattezze di leone a destra, fattezze di toro a sinistra e, ognuno dei quattro, fattezze d'aquila").

- in Apocalisse 4:7, dove Giovanni caratterizza ciascuna delle quattro "creature viventi" con la propria fisionomia ("Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l'aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un'aquila che vola").

Ogni Vangelo sembra avere un incipit che ne caratterizza immediatamente il taglio contenutistico, che si può abbinare simbolicamente a uno dei quattro aspetti del tetramorfo. In particolare:

1. Il Vangelo di Matteo presenta il Cristo "uomo".

Esordisce con la genealogia di Gesù e sottolinea il lato umano del Figlio dell'uomo, a partire dall'infanzia.

2. Il Vangelo di Marco presenta il Cristo "leone".

Esordisce con la "voce che grida nel deserto" di Giovanni Battista che, simile a un ruggito, annuncia il Re che viene (il leone era un simbolo riconosciuto di regalità in Israele).

3. Il Vangelo di Luca presenta il Cristo "toro/vitello".

Esordisce con il sacrificio di Zaccaria, che preannuncia l'atto sacrificale di Gesù, il quale offre sè stesso in redenzione dell'umanità.

4. Il Vangelo di Giovanni presenta il Cristo "aquila".

Esordisce con la rivelazione che Cristo è la Parola creatrice unita a Dio, fornendo la chiave di lettura dell'ascensione ("nessuno è asceso al cielo se non Colui che ne è disceso: il Figlio dell'uomo", Gv 3:75).

I quattro evangelisti, inoltre, sono spesso testimoni degli stessi eventi, ma ne forniscono resoconti condizionati dal proprio punto di vista, che però si possono incastrare insieme come i pezzi di un puzzle.

Per esempio, il ritratto di Giuseppe d'Arimatea si completa confrontando tutti e quattro i resoconti. Apprendiamo così che:

- Era "un uomo ricco di Arimatea"(Mt 27:57)

- Era "un rispettabile membro del consiglio, che aspettava anch'egli il regno di Dio" (Mr 15:43)

- "non aveva acconsentito alla deliberazione e all'operato degli altri [l'arresto di Gesù, ndr]" (Lu 23:51)

- Era "era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei"(Gv 19:38)

Tutti e quattro, però, concordano su un fatto: fu lui a schiodare dalla croce il corpo di Gesù e a deporlo nella tomba di famiglia insieme a Nicodemo, dopo averne chiesto coraggiosamente il permesso a Pilato.

Tutto questo non fa altro che conferire maggior veridicità ai fatti: nel mondo naturale, infatti, è molto difficile che diversi testimoni oculari si trovino d'accordo sulla dinamica di un accaduto, pur avendo assistito in prima persona. Nel caso dei Vangeli, invece, accade il contrario: nessuno contraddice l'altro, per quanto ciascuno fornisca un dettaglio aggiuntivo, anzi ogni singolo particolare aiuta a ricostruire perfettamente la vicenda!

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