Questioni bibliche Studiare la bibbia2
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STUDIARE LA BIBBIA


RAPIMENTO DELLA CHIESA:

SEGRETO O VISIBILE?

UNO O DUE RITORNI?

PARLIAMONE!

1. Segreto o visibile?

Osserviamo i seguenti versi tratti dalle Epistole dell'apostolo Paolo:

Ora vi diciamo questo per parola del Signore: noi viventi, che saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo coloro che si sono addormentati, perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo e con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre col Signore (1Tessalonicesi 4:13-17).

Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati in un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; la tromba infatti suonerà, i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati (1Corinzi 15:51-52).

Fermiamoci un attimo. Ci sono due elementi che rivelano chiaramente un rapimento visibile:

a. il Signore darà un potente comando (voce di arcangelo e suono di tromba);

b. i morti in Cristo risusciteranno e i viventi saliranno al cielo con un corpo nuovo per incontrare il Signore.

Ci sembra davvero uno scenario che possa svolgersi in segreto? La voce del Signore, lo squillo di tromba, i morti che resuscitano e i vivi che ascendono al Cielo… Decisamente, no.

Tutto questo era stato già anticipato da Gesù stesso, che, in un discorso escatologico, aveva annunciato:

Matteo 24:21-31:

Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall'inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati. Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: È là, non ci credete. Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l'ho predetto. Se dunque vi diranno: Ecco, è nel deserto, non ci andate; o: È in casa, non ci credete. Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvoltoi.

Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli.

È la conferma decisiva. Gesù, infatti, afferma che:

a. Lui verrà come la folgore che brilla da oriente a occidente, e non in un luogo circoscritto, come qualcuno millanterà (v. anche Luca 17:24);

b. Il Suo segno comparirà nel Cielo e Lui verrà sulle nubi con grande potenza e gloria (v. anche Marco 13:26), al punto che tutti i popoli si batteranno il petto;

c. Al suono della tromba, gli angeli raduneranno gli eletti da ogni angolo della Terra (v. anche Marco 13:27).

A questo punto, possiamo chiederci: da dove nasce l'idea del rapimento segreto?

I principali fautori sono i pre- tribolazionisti, cioè coloro che credono che il rapimento avverrà prima della tremenda tribolazione dei tempi finali, descritta da Daniele nell'omonimo libro e da Giovanni in Apocalisse. Secondo la visione pre- tribolazionista, l'ordine cronologico degli eventi finali sarebbe:

a. Rapimento "segreto", per preservare gli eletti dalla tribolazione

b. Tribolazione

c. Ritorno del Signore, per regnare sulla Terra con gli eletti per 1000 anni

Essi, cioè, identificano due diversi "ritorni" del Signore: il rapimento, occulto ai più (forse perché nella Bibbia non ne abbiamo riscontro? ...), e il ritorno per regnare con gli eletti sulla Terra, visibile a tutti.

Le prove a sostegno del rapimento "segreto" sarebbero soprattutto le metafore impiegate da Paolo per descrivere:

- la venuta improvvisa di Cristo ("come un ladro di notte", 1Tess 5:2);

- la trasformazione immediata dei corpi dei redenti ("in un batter d'occhio", 1Co 12:52).

Tuttavia, non ci sembrano elementi sufficienti per ricavarne una dottrina. Infatti, con un po' di buon senso, si comprende che le due immagini fanno riferimento, rispettivamente, alla imprevedibilità e rapidità degli eventi descritti: è proprio per questo che Gesù, alla fine del discorso escatologico, raccomanda ai discepoli di vegliare e di non abbassare la guardia. In Luca 17:26-30 (v. anche Matteo 24:37-39), infatti, Egli paragona l'inesorabilità del Suo ritorno ai giorni di Noè e di Lot: le persone continuarono imperterrite a peccare fino al momento della catastrofe, e pochissimi scamparono.

C'è da dire, poi, che un noto film cristiano del 2000, Left behind (in Italiano Prima dell'Apocalisse) ha contribuito, soprattutto in quegli anni, a rafforzare la convinzione del rapimento occulto, e ad alimentare paure insensate del tipo "cosa succederà ai nostri bambini quando noi saremo rapiti?".

Non c'è alcun elemento, nella Bibbia, che ci porti a credere che si verificherà una situazione del genere.

A questo punto, allora, chiediamoci:

2. Uno o due ritorni?

Stando a chi abbraccia la teoria dei "due ritorni" di Cristo in tempi diversi, alcune prove sarebbero:

- Zaccaria 14:4-9, che fa riferimento al Signore che metterà i piedi sul Monte degli Ulivi: dunque, un ritorno "terreno", diverso da quello descritto da Paolo e da Gesù "nell'aria";

- Apocalisse 20:1-10, dove si parla del Regno millenario di Cristo sulla Terra come un evento successivo alla tribolazione, avvalorando l'ipotesi della scansione primo ritorno con rapimento degli eletti- tribolazione dei non eletti- secondo ritorno con gli eletti che regnano nel millennio;

- Luca 17:34-35 (v. anche Mt 24:40-41), in cui Gesù dice: "Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e l'altra lasciata", lasciando intendere ai pre- tribolazionisti che qualcuno rimarrà sulla terra (persino infanti e disabili che non hanno creduto!) e dovrà affrontare il periodo della tribolazione, periodo che essi collocano dopo il rapimento e che, quindi, rimane "aperto" e necessita di un secondo ritorno "conclusivo".

Che dire? Neanche in questo caso ci sembra che ci siano elementi sufficienti per avvalorare un doppio ritorno di Cristo.

Infatti, quanto a Gesù che mette i piedi sul monte degli Ulivi con i redenti, nulla esclude che questo possa accadere in conseguenza alla Sua venuta sulle nuvole. Anzi, dal discorso escatologico che Gesù pronuncia in Matteo 24 e Luca 17, ci sembra di capire che la raccolta degli eletti da parte degli angeli, che prenderanno l'uno e lasceranno l'altro, avverrà alla fine della tribolazione e di tutti i misteriosi prodigi naturali; Gesù parla ai discepoli delle cose tremende che attraverseranno, senza mai rassicurarli che scamperanno in tempo. Del resto, non esiste un'epoca o un luogo che non abbia assistito allo spargimento del sangue dei martiri.

A questo proposito, si osservi che in Apocalisse 7:1-8 è specificato che i redenti saranno sigillati per essere sottratti alle piaghe e all'ira di Dio, ma non all'azione perversa dell'Anticristo. Si dia un'occhiata ai seguenti versi:

"Poi uno degli anziani mi rivolse la parola, dicendomi: «Chi sono queste persone vestite di bianco e da dove sono venute?». Io gli risposi: «Signor mio, tu lo sai». Ed egli mi disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello»" (Ap 7:13-14).

Sempre seguendo il filo della narrazione dell'Apocalisse, ci sembra lineare che la venuta di Cristo avvenga alla fine della tribolazione, prendendo con sé chi ha perseverato fino alla fine senza cedere alle lusinghe dell'Anticristo, e dando inizio al Millennio con tutti i Suoi redenti, sia i rapiti dai quattro angoli della Terra, che i risorti in Cristo della prima resurrezione- per quanto non possiamo dire con certezza in cosa consista il Millennio, oggettivamente, e quanto ci sia di simbolico in questo concetto.

Né gli apostoli, né Cristo stesso hanno mai fatto cenno a un "doppio ritorno", peraltro così "sibillino", e anche i profeti prima di Cristo hanno parlato di un unico "giorno del Signore" negli stessi termini di Matteo 24 (in particolare, Isaia 13:6, Ezechiele 30:3, Gioele 2:1; 3:14; Sofonia 1:7).Degno di nota è che Ezechiele definisca questo giorno un "giorno di nuvole", un elemento presente anche nella descrizione neotestamentaria del ritorno.

Crediamo, inoltre, che, se ci fosse un doppio ritorno, sarebbe un fatto troppo rilevante da poter essere lasciato alla libera interpretazione e all'equivoco. Siamo perplessi, invece, dal fatto che la teoria pre- tribolazionista possa produrre nei credenti l'effetto contrario a quello che Gesù intendeva sortire, raccomandando ai Suoi di vegliare: se, infatti, io credo che la tribolazione non mi riguarderà, inevitabilmente abbasserò la guardia e non mi preparerò per fortificarmi in vista della persecuzione di cui la Parola mi ha avvisato. Infine, vogliamo sottolineare che solo una minima parte di cristiani accoglie le teorie che abbiamo confutato, e solo da due secoli.

Atteniamoci a ciò che è biblico e stiamo saldi sulla Roccia. Dio ci benedica!


LA RESURREZIONE DI GESU' ATTRAVERSO I QUATTRO VANGELI. CI SONO CONTRADDIZIONI?

La resurrezione di Gesù è, senz'altro, l'evento più incredibile della storia: persino i non credenti si interrogano, da sempre, sulla veridicità dell'accaduto.

I quattro Vangeli sono una testimonianza eccezionale di come andarono i fatti, perché ci mostrano il punto di vista sull'accaduto di ben quattro autori. I primi tre Vangeli sono detti "sinottici" (dal greco sinòpsis= "sguardo d'insieme") perché si possono leggere quasi in parallelo, se messi su tre colonne; il Vangelo di Giovanni, invece, sembra seguire uno schema narrativo diverso, ma, in sostanza, non contraddice gli altri.

Ciò premesso, il confronto fra i quattro Vangeli è sempre interessantissimo (v. Sai perché i Vangeli sono proprio quattro?) e ci illumina su una realtà ben precisa: è necessario il punto di vista di più testimoni per ricostruire i fatti in modo credibile.

Il racconto della resurrezione, però, è piuttosto controverso. Paragonando le diverse versioni, infatti, sembrano emergere numerose e importanti contraddizioni, che hanno indotto diversi commentatori a conclusioni pessimistiche circa la credibilità dei testimoni.

A questo punto, analizziamo l'episodio attraverso il confronto dei quattro evangelisti, e cerchiamo di capire come si possono conciliare le presunte criticità con la perfezione della Parola di Dio.

Abbiamo evidenziato con colori diversi i punti che saranno oggetto della nostra riflessione, in particolare:

  • In rosso, il tempo dei fatti
  • In blu, le donne protagoniste dei fatti (le loro azioni e reazioni sono sottolineate in nero)
  • In viola, l'apparizione e le parole degli angeli
  • In rosa, l'apparizione di Gesù alle donne
  • In arancione, le azioni di Pietro e Giovanni

1. Quali sono gli elementi che non si contraddicono in alcun Vangelo e, quindi, possiamo ritenere accettabili?

a. È l'alba del primo giorno della settimana. È così presto che è ancora buio.

b. Le donne sono le prime che si recano al sepolcro

c. Le donne vedono che la pietra è stata rotolata e parlano con degli angeli

d. Dopo l'annuncio che la tomba è vuota, Pietro corre a vedere il sepolcro e vi entra

e. Gesù appare per primo a Maria Maddalena, che corre a dirlo ai discepoli

Attenzione: questi sono semplicemente i dati che non contraddicono alcuna versione; ciò non vuol dire che ciascun Vangelo ne parli. Ad esempio, tutti i Vangeli sono concordi sul fatto che fosse l'alba del primo giorno della settimana, ma di Pietro parlano solo i Vangeli di Luca e Giovanni; tuttavia, non c'è motivo per dubitare che anche Pietro fosse entrato in azione. Se un fatto non è citato, ciò non implica che il fatto stesso non sia accaduto!

2. Quali sono, dunque, le omissioni più rilevanti che, però, non danno luogo a criticità?

a. Dal confronto tra Marco e Luca, si comprende che il gruppo di donne che si recò al sepolcro fu piuttosto numeroso, ma Matteo nomina solo Maria Maddalena e Maria, madre di Giacome e Iose, mentre Giovanni solo Maria Maddalena. Si può spiegare con il fatto che Matteo e Giovanni abbiano ascoltato l'annuncio della tomba vuota proprio da Maria Maddalena, trascurando di soffermarsi sulle altre presenze e narrando principalmente dal suo punto di vista.

b. Solo Matteo afferma che fu un gran terremoto a rotolare via la pietra dal sepolcro e che un angelo era seduto su di essa, terrorizzando le guardie. È un dettaglio, significativo, ma la sua omissione negli altri racconti non dà luogo a contraddizioni.

c. Allo stesso modo, solo Marco e Luca riportano il dettaglio che queste donne avessero anche preso degli aromi, particolare che, ancora una volta, non inficia le altre narrazioni.

d. Solo Luca parla di Pietro, e solo Giovanni afferma che con Pietro c'era anche lui, descrivendosi come "l'altro discepolo che Gesù amava" (Giovanni specifica anche di essere arrivato prima di Pietro, ma che Pietro, poi, entrò per primo nel sepolcro). Anche in questo caso, è plausibile che Luca non sapesse della presenza di Giovanni, oppure non avesse ritenuto necessario dare rilievo alla cosa, mentre Giovanni, ovviamente, ci tiene a sottolineare il fatto che lui era presente, pur avendo esitato a entrare nel sepolcro.

e. Luca non parla dell'apparizione di Gesù alle donne, ma la sua narrazione non la mette neanche in dubbio.

f. Solo Giovanni afferma che Maria Maddalena, dopo aver visto la pietra rimossa, corse ad avvisare Pietro e Giovanni, e poi ritornò. È un dettaglio importante, ma che non smentisce la narrazione degli altri tre evangelisti e, comunque, conferma la versione di Luca, che menziona la corsa di Pietro al sepolcro.

g. Solo Giovanni riporta il dialogo particolare di Maria Maddalena e Gesù fuori al sepolcro. Tuttavia, da un confronto con gli altri Vangeli, deduciamo che Maria Maddalena non era sola; semplicemente, Gesù apparve "prima a lei" (Marco).

3. Quali sono, infine, gli elementi che sembrano dare luogo a contraddizione?

a. In tutti i Vangeli ci sono degli angeli che appaiono alle donne e danno loro l'annuncio che Gesù è risorto, e in alcuni casi le invitano a diffondere questo annuncio; tuttavia, in Matteo c'è un solo angelo che parla, quello che è seduto all'esterno, sulla pietra; in Marco, invece, pure è uno solo l'angelo che parla, ma all'interno del sepolcro; in Luca e Giovanni, gli angeli sono due e stanno all'interno. Inoltre, le donne reagiscono sempre con spavento, ma Giovanni non riporta questo dettaglio nella conversazione tra Maria Maddalena e i due angeli. Come si spiega?

Si può ipotizzare che gli angeli fossero due e che avessero parlato all'interno, ma che Matteo abbia deciso di dare rilevanza al fatto che, a parlare, fosse stato l'angelo che aveva rimosso la pietra (tra l'altro non dice che fosse rimasto fermo all'esterno). Allo stesso modo, si può pensare che Marco abbia voluto nominare solo l'angelo che parlò. Nel caso di Maria Maddalena, è plausibile che Giovanni non abbia ritenuto indispensabile focalizzarsi sulla reazione della donna, quanto, piuttosto, sul colloquio tra lei e i due, come sul colloquio con Gesù.

b. In Giovanni, Maria Maddalena corre ad avvisare Pietro e Giovanni subito dopo aver visto la pietra rotolata, mentre, in Luca, Pietro corre al sepolcro in seguito all'annuncio di un gruppo numeroso di donne, tra cui Maria Maddalena. Come si spiega?

Si può ipotizzare che, tra le donne convenute al sepolcro, solo Maria Maddalena, alla vista della pietra rotolata, fosse tornata indietro ad avvisare Pietro e Giovanni; nel frattempo, le altre sarebbero entrate e avrebbero ricevuto l'annuncio dagli angeli, poi sarebbero uscite a diffondere la notizia. In seguito, anche Maria Maddalena sarebbe entrata nel sepolcro: così si spiegherebbe meglio il dialogo tra lei e gli angeli riportato da Giovanni.

c. In Luca si afferma che Pietro vide solo le fasce di Gesù, mentre in Giovanni si afferma che vide sia le fasce che il sudario. Come si spiega?

In realtà, Luca ci fornisce solo la prima parte dell'esperienza di Pietro, e ci dice che Pietro, prima di entrare, si chinò e vide le fasce. Anche Giovanni, del resto, afferma di non essere entrato, ma di essersi chinato e aver visto le fasce; in seguito, però, specifica che Pietro, dopo essere entrato, vide anche il sudario piegato: evidentemente, il sudario stava nella parte più interna e, senza entrare, non era possibile vederlo.

d. In Marco, si dice che le donne, spaventate dagli angeli, non dissero nulla a nessuno di quanto accaduto; in tutti gli altri Vangeli, invece, si specifica che le donne corsero ad avvisare i discepoli. Come si spiega?

Questa potrebbe sembrare la criticità più grande, ma, come è ovvio, se le donne fossero rimaste zitte per sempre, neanche lo stesso Marco avrebbe potuto scrivere il racconto della resurrezione!

L'ipotesi più probabile è che, dopo che Maria Maddalena si fu allontanata per allertare Pietro e Giovanni, le altre, che, nel frattempo, erano entrate e avevano ricevuto l'annuncio dagli angeli, fossero state inizialmente in silenzio per paura. In seguito, il gruppetto prese coraggio e sparse la notizia.

e. Marco e Giovanni concordano nell'affermare che Gesù apparve prima a Maria Maddalena, ma Matteo dice che Gesù apparve sia a lei che a Maria, madre di Giacome e Iose, che lo adorarono e gli strinsero i piedi. Come si spiega?

In realtà proprio Giovanni conferma che Maria si fermò ad adorare Gesù, dopo averlo riconosciuto, perché ammette che Gesù le chiese di non trattenerlo. Il punto è che Giovanni intende rappresentare Maria Maddalena come la protagonista indiscussa di tutta la vicenda: ecco perché, ad esempio, ce la mostra anche da sola mentre si reca al sepolcro. Attenzione: non dice che era sola, ma si sofferma solo su di lei. Possiamo immaginare che Gesù apparve prima a Maria Maddalena perché, come abbiamo già detto prima, alla vista della tomba vuota lei era corsa a chiamare Pietro e Giovanni, mentre le altre donne si erano addentrate nel sepolcro e avevano visto gli angeli. Una volta arrivati, anche Pietro e Giovanni avevano guardato dentro, erano entrati e, poi, se ne erano andati. Giovanni, però, ci racconta che Maria si era intrattenuta a piangere, e solo allora aveva visto Gesù. Nel frattempo, come abbiamo visto, il gruppetto di donne aveva portato la notizia ai discepoli: è verosimile che, da allora, fosse iniziato un andirivieni alla tomba e, quindi, Maria Maddalena fosse stata raggiunta dall'altra Maria, e insieme lo avessero adorato. Da quel momento, infatti, vediamo che Gesù inizia ad apparire a diversi gruppetti di discepoli e in diversi momenti.

A questo punto possiamo tentare qualche conclusione.

POSSIBILE RICOSTRUZIONE

1. All'alba del primo giorno della settimana, un gruppetto di donne, fra cui Maria Maddalena, Maria madre di Giacome e Iose, e Salome, si reca al sepolcro di Gesù con aromi.

2. Nel frattempo, si fa un gran terremoto, un angelo rotola via la pietra del sepolcro e ci si siede sopra, terrorizzando le guardie.

3. Al loro arrivo, le donne vedono la pietra spostata. Maria corre a chiamare Pietro e Giovanni. Nel frattempo, il resto del gruppetto entra nel sepolcro e vede due angeli; uno di essi annuncia loro che Gesù è risorto e le esorta a dare la notizia ai discepoli e a recarsi in Galilea, dove ritroveranno il Maestro.

4. Inizialmente, questo gruppetto di donne fugge via per lo spavento e non dice nulla. In seguito, però, dopo che Maria Maddalena ha allertato Pietro e Giovanni, anche Giovanna, Maria, madre di Giacomo, e altre donne portano l'annuncio ai discepoli, che, inizialmente, sono increduli.

5. Pietro e Giovanni corrono al sepolcro. Giovanni corre più veloce e arriva per primo, ma si ferma all'esterno e non entra; getta uno sguardo all'interno e vede le fasce di Gesù. Poi arriva Pietro: anche lui guarda dentro e vede le fasce; poi decide di entrare, e vede anche il sudario piegato. A questo punto, entra anche Giovanni; dopo ciò, entrambi si allontanano.

6. Invece Maria Maddalena si intrattiene a piangere. Entra nel sepolcro, e vede due angeli che le chiedono perché piange. Lei risponde che è perché non sa dove hanno messo il Suo Signore. Poi esce, e incontra Gesù, che scambia per il giardiniere. Gesù si fa riconoscere. Nel caos generale, arriva anche l'altra Maria, e le due lo adorano insieme.

Questa è la nostra ipotesi. Riteniamo che tutte queste difficoltà non facciano altro che rendere il racconto più veritiero, perché testimoniano la concitazione, se non la confusione, di quei momenti. Se tutte le versioni fossero state identiche, non avremmo potuto percepire la straordinarietà dell'evento e ci sarebbe venuto qualche dubbio. E tu, cosa ne pensi? Se vuoi, puoi fornirci la tua ipotesi ricostruttiva!


PERCHE' E' NECESSARIO STUDIARE LA SIMBOLOGIA BIBLICA

"Non però che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio, che ci ha resi ministri adatti di una Nuova Alleanza, non della lettera ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito dà vita" (2Co 3:5-6).

In questo passaggio della Parola emergono due potenti realtà.

· "La lettera uccide". In Matteo 23:23, leggiamo che Gesù esclamò: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle". In pratica, Gesù stava facendo notare a queste persone che si erano fermate al senso letterale della Legge, e quindi la applicavano in modo esteriore, ma non ne afferravano il senso spirituale; ecco perché non erano in grado di realizzare nè trasmettere l'amore di Dio.

I farisei erano spiritualmente morti, perché fermi alla lettera.

· "Lo Spirito vivifica". Leggiamo le parole dell'apostolo Pietro: "Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio", 2Pt 1:20.

Il concetto è che lo Spirito Santo è autore e interprete delle Scritture. Lo Spirito, cioè, fa vivere la Parola in noi, la fa agire, le permette di trasformarci. "Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto", Gv 14:26.

Identificare il significato di un simbolo è l'unico modo per essere sicuri di arrivare a un'interpretazione univoca della Bibbia. È la Bibbia stessa che ci invita a capire cosa si nasconde dietro a un simbolo, perché in contesti diversi quel simbolo veicola lo stesso significato (o sfumature simili).

Lo stesso Gesù, parlando in parabole, ha utilizzato una miriade di simboli, specificando che la cosa era mirata a confondere gli ipocriti e i malvagi, ma che i Suoi avrebbero inteso perfettamente (Mc 4:11-12). Se, quindi, ci riteniamo Suoi discepoli, abbiamo il dovere di scavare in profondità nella Parola!

Il simbolo è, dunque, un punto di riferimento importantissimo, che non possiamo ignorare. Qui di seguito ne elenchiamo alcune tipologie ricorrenti (l'elenco non è, ovviamente, esaustivo).

A. Numeri (3, multipli di 3, 4, 7, multipli di 7, 10, 12, multipli di 12...)

B. Metalli (oro, argento, bronzo, ferro...) e materiali (legno, pietra, mattone, pece, lino, lana, pelle...)

C. Elementi naturali (terra, acqua, fuoco, luce, tenebre, roccia, rugiada...)

D. Piante (albero in generale, vite, ulivo, giglio, parti della pianta -tralci, foglie-, tipi di piante -cedro del Libano, rosa di Sharon...)

E. Animali (cane, cavallo, leone, serpente, uccelli, aquila, pesce...)

F. Persone (uomo, donna, bambino, sposa, vedova, figlio...)

G. Abiti (vesti, cintura, calzari, mantello...)

H. Armi (spada, elmo, scudo, corazza...)

I. Attrezzi e arnesi (scure, bastone, ruota del vasaio, pentola...)

J. Casa e arredi (porta, tetto, mura, finestra, letto, vaso, specchio, tenda, tavola...)

K. Città, popoli e nazioni (Egitto, Etiopia, Israele, Cam, Babilonia, Gerusalemme, Filistei, Cananei...)

Come si fa a capire un simbolo?

L'unico modo è quello di familiarizzare con la Parola e confrontare il simbolo in tutti gli altri contesti in cui compare: in tal senso, può esserci di grande aiuto una chiave biblica.

Facciamo un esempio. Il bastone di legno, sia nelle mani di Mosè che di Gheazi, servo di Eliseo, è un potente strumento usato da Dio per fare prodigi, ma, guarda caso, sia Mosè che Gheazi cedono alla tentazione di pensare che esso equivalga a un "metodo" che funziona sempre allo stesso modo (Nu 20; 2Re:4). In più, il legno ci riporta direttamente alla croce di Cristo. Il bastone di legno, quindi, è la potenza di Cristo, che si esprime in base alla volontà imperscrutabile di Dio. Diverso è il bastone di ferro, che è simbolo di distruzione: per esempio, è citato dalla legge mosaica come strumento dell'omicida (Nu 35:16), ma è anche il mezzo con cui Cristo giudicherà severamente gli abitanti della Terra che non lo avranno accettato, alla fine dei tempi (Sl 2:9). Come possiamo notare, però, il bastone in generale, a prescindere dal materiale di cui è fatto, è chiaramente un simbolo di autorità, trasferita da Dio all'uomo.

Ora ti suggeriamo un esercizio, che potresti proporre anche in un gruppo di studio. A partire dai titoli delle parabole, cerca di identificare il significato dei simboli che vi compaiono e avvia una riflessione.

Se ti piacerebbe approfondire il significato di qualche simbolo particolarmente ostico, non esitare a contattarci!

Buon lavoro!


COME ANALIZZARE UN PASSO BIBLICO DI TIPO NARRATIVO

Studiare la Bibbia è un'attività che può darci davvero tante soddisfazioni! La Parola è il nostro cibo: da essa triamo tutto ciò che ci è necessario per una sana crescita spirituale. Molti credenti, però, si scoraggiano facilmente di fronte alle prime difficoltà, perché non hanno un vero e proprio metodo di studio; anche preparare una semplice predicazione, in molti casi, può risultare ostico, se non si ha una "scaletta" di argomenti da sviluppare.

La Bibbia ci offre una varietà di testi di diverso genere, soprattutto narrativo e poetico.

Per iniziare, vogliamo provare a fornire un esempio di come si potrebbe analizzare un capitolo della Bibbia di tipo narrativo (precisando che questo non è l'unico metodo utilizzabile, e che lo Spirito Santo è sovrano nel guidarci nello studio). Inoltre, consigliamo ai nostri lettori di approfondire l'argomento dando un'occhiata ai seguenti articoli di questa sezione: Come posso avviare un piano efficace di studio biblico? e Sette step per imparare a studiare la Bibbia.

Facciamo un esempio prendendo il cap. 18 degli Atti degli Apostoli. Essendo, come abbiamo specificato, un passo prevalentemente narrativo (la narrazione dei fatti è prevalente), presenta una grande quantità di personaggi e avvenimenti che potrebbe confonderci. A questo punto, dobbiamo iniziare ad attuare delle grosse suddivisioni per categorie, utilizzando un metodo di tipo induttivo (un metodo che, prendendo in esame casi particolari, induce ad arrivare ad affermazioni sempre più generali). Proviamo, quindi, a:

a. identificare personaggi, azioni, cause, conseguenze e dinamiche

b. reperire riferimenti incrociati, con l'aiuto di una chiave biblica

c. trarre delle conclusioni generali

Iniziamo, ad esempio, da Aquila e Priscilla (personaggi).

Azioni: Arrivano a Corinto.

Cause: l'imperatore Claudio ha cacciato tutti i Giudei da Roma.

Conseguenze: conoscono Paolo, lo ospitano e lavorano con lui.

Dinamiche: riescono a far scattare una complessa macchina di cooperazione molto efficiente nell'evangelizzazione.

Riferimenti biblici: Efesini 4:11 (varietà di doni, ministeri e operazioni).

Conclusioni generali: Anche se l'uomo prova a contrastarci, Dio usa quegli intoppi come occasione di gloria e per l'avanzamento del Suo regno, attraverso l'equipaggiamento spirituale che ci fornisce.

E così via con tutti i personaggi. Noteremo immediatamente che la nostra mente inizierà a compiere delle associazioni tra il testo biblico in esame e la situazione che viviamo (in famiglia, sul lavoro, in chiesa, ecc.).

A fine lavoro, potremmo addirittura predisporre del materiale di studio da sottoporre ad altri, in forma di domande a cui rispondere. Col tempo, e con l'esperienza, riusciremo a concettualizzare e categorizzare in modo sempre più profondo e mirato. Ecco un esempio:

Speriamo di esserti stati d'aiuto e siamo disponibili ad accettare suggerimenti che possano integrare quanto postato. Buon lavoro! 


SAI PERCHE' I VANGELI SONO PROPRIO QUATTRO?

Quando la polizia arresta un criminale, effettua quattro foto segnaletiche, per avere un quadro d'insieme del soggetto.

La stessa cosa Dio ha fatto per raccontare il Suo amato Figlio: ogni Vangelo rivela uno specifico aspetto del Cristo.

I Padri della Chiesa, a partire da Ireneo (II sec.), hanno rappresentato questa realtà con il "tetramorfo", una figura avente quattro aspetti: uomo, leone, vitello e aquila.

Non è un caso, ma un preciso richiamo biblico presente:

- in Ezechiele 4:10, dove il profeta descrive gli "esseri viventi" come "fusione" dei quattro volti ("Quanto alle loro fattezze, ognuno dei quattro aveva fattezze d'uomo; poi fattezze di leone a destra, fattezze di toro a sinistra e, ognuno dei quattro, fattezze d'aquila").

- in Apocalisse 4:7, dove Giovanni caratterizza ciascuna delle quattro "creature viventi" con la propria fisionomia ("Il primo vivente era simile a un leone; il secondo vivente era simile a un vitello; il terzo vivente aveva l'aspetto come di uomo; il quarto vivente era simile a un'aquila che vola").

Ogni Vangelo sembra avere un incipit che ne caratterizza immediatamente il taglio contenutistico, che si può abbinare simbolicamente a uno dei quattro aspetti del tetramorfo. In particolare:

1. Il Vangelo di Matteo presenta il Cristo "uomo".

Esordisce con la genealogia di Gesù e sottolinea il lato umano del Figlio dell'uomo, a partire dall'infanzia.

2. Il Vangelo di Marco presenta il Cristo "leone".

Esordisce con la "voce che grida nel deserto" di Giovanni Battista che, simile a un ruggito, annuncia il Re che viene (il leone era un simbolo riconosciuto di regalità in Israele).

3. Il Vangelo di Luca presenta il Cristo "toro/vitello".

Esordisce con il sacrificio di Zaccaria, che preannuncia l'atto sacrificale di Gesù, il quale offre sè stesso in redenzione dell'umanità.

4. Il Vangelo di Giovanni presenta il Cristo "aquila".

Esordisce con la rivelazione che Cristo è la Parola creatrice unita a Dio, fornendo la chiave di lettura dell'ascensione ("nessuno è asceso al cielo se non Colui che ne è disceso: il Figlio dell'uomo", Gv 3:75).

I quattro evangelisti, inoltre, sono spesso testimoni degli stessi eventi, ma ne forniscono resoconti condizionati dal proprio punto di vista, che però si possono incastrare insieme come i pezzi di un puzzle.

Per esempio, il ritratto di Giuseppe d'Arimatea si completa confrontando tutti e quattro i resoconti. Apprendiamo così che:

- Era "un uomo ricco di Arimatea"(Mt 27:57)

- Era "un rispettabile membro del consiglio, che aspettava anch'egli il regno di Dio" (Mr 15:43)

- "non aveva acconsentito alla deliberazione e all'operato degli altri [l'arresto di Gesù, ndr]" (Lu 23:51)

- Era "era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei"(Gv 19:38)

Tutti e quattro, però, concordano su un fatto: fu lui a schiodare dalla croce il corpo di Gesù e a deporlo nella tomba di famiglia insieme a Nicodemo, dopo averne chiesto coraggiosamente il permesso a Pilato.

Tutto questo non fa altro che conferire maggior veridicità ai fatti: nel mondo naturale, infatti, è molto difficile che diversi testimoni oculari si trovino d'accordo sulla dinamica di un accaduto, pur avendo assistito in prima persona. Nel caso dei Vangeli, invece, accade il contrario: nessuno contraddice l'altro, per quanto ciascuno fornisca un dettaglio aggiuntivo, anzi ogni singolo particolare aiuta a ricostruire perfettamente la vicenda!


SETTE STEP PER IMPARARE A STUDIARE LA BIBBIA

1. Procurati carta e penna.

Dovrai effettuare vere e proprie analisi del testo, che potrai custodire nella tua Bibbia ed eventualmente condividere (Ec 11:1)

2. Contestualizza ciò che leggi.

Non esiste comprensione del testo senza conoscenza del contesto. Il contesto è la "situazione" che prepara il testo:

a- "dentro" al testo, come insieme di frasi che lo precedono e lo seguono

b- "fuori" dal testo, come insieme di situazioni spazio-temporali/economico-sociali in cui esso si cala.

Prendiamo ad esempio la chiamata di Matteo in Matteo 9:9. "Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì".

Le prime domande da farci sono:

a- Da dove stava venendo Gesù? Cosa succederà in seguito alla chiamata di Matteo?

b- Qual era la condizione economico-sociale di Matteo al tempo di Gesù, in Palestina? Che implicazioni aveva?

Nei versi successivi scopriremo sia cosa pensava la gente dei pubblicani, sia cosa ne pensava Gesù, e vedremo quale grande insegnamento ne conseguirà ("Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori" (Mt 9, 12-13).

3. Rintraccia i simboli presenti nel testo.

I sani, i malati, il medico... Di chi si tratta? Usa una chiave biblica per fare una ricerca all'interno della Bibbia, e vedere se gli stessi simboli compaiono in altri contesti. Per esempio, Geremia ci fa capire che la malattia è il peccato ("Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente malato; chi lo può conoscere?", Ge 17:9).

4. Viaggia dall'AT al NT e instaura:

a- Parallelismi. Ci sono altre chiamate al discepolato? (es. Eliseo, i discepoli di Giovanni Battista...)

b- Contrapposizioni. Hanno risposto tutti con gioia all'invito di seguire Gesù lasciando le proprie ricchezze? (v. il giovane ricco, Lu 18:22). Perché "misericordia" è contrapposto a "sacrificio" (anziché al suo reale antonimo, che è "spietatezza")?

5. Soffermati su singole parole "chiave".

Per esempio "seguimi": in quali altri contesti compare? (2Re 9:18-19; Gv 21:22; At 12:8)

6. Estrapola concetti e temi.

In questo caso, la chiamata, la rinuncia, la ricchezza... Sono tematiche su cui la Bibbia ha tanto da dire.

7. Chiedi a Dio rivelazione.

Innanzitutto prega! La Parola non chiede di essere capita, ma rivelata! ("La lettera uccide, ma lo Spirito vivifica", 2 Co 3:6). Se qualcosa non ti è chiaro, abbi il coraggio di interpellare i ministri preposti allo studio della Parola: Dio ha creato i ministeri affinché edifichino la Chiesa (Ef 4:11-12). Fai ricerche su opere o siti credibili, perché l'insistenza premia (Mt 7:7-8).


COME POSSO AVVIARE UN PIANO EFFICACE DI LETTURA DELLA BIBBIA?


1. Procurati un piano di lettura annuale della Bibbia e imposta sul telefono un promemoria che ti aiuti a ricordare il tuo appuntamento quotidiano con la Parola di Dio.

In questo modo ti assicuri:

- di avere ogni giorno una razione sufficiente di "cibo" spirituale (Mt 6:11)

- di avere, nel giro di un anno, una prima conoscenza delle Scritture, che poi potrai approfondire con materiali di studio sempre più raffinati (dal "latte" al "cibo solido", Eb 5:13-14)

- di cogliere i parallelismi tra AT e NT, che si spiegano a vicenda. Per esempio, il primo capitolo di Genesi e il primo del Vangelo di Giovanni parlano entrambi della creazione, ma Giovanni spiega apertamente che la Parola, mediante cui tutto è stato creato, è Cristo, che ha abitato per un tempo fra gli uomini, e che Cristo è Dio.

2. Apriti all'idea di leggere ovunque ti trovi e di condividere il tuo "pane".

Avrai abbattuto un ulteriore limite, che è quello della "mancanza di tempo". Inoltre sarà un motivo di curiosità per le persone che vuoi evangelizzare, a cui potrai profetizzare personalmente ciò che è scritto. Fino a qualche secolo fa, era in uso la lettura a voce alta, ma era vietato ai "non addetti" praticarla con le sacre Scritture. Oggi abbiamo piena libertà di accostarci alla Bibbia, ma è scomparso l'uso della lettura pubblica! L'ideale è che tu riesca a condividere almeno qualche versetto con chi ti trovi accanto, magari accompagnandolo con una benedizione, un consiglio saggio o un invito.

Il Signore utilizzò l'interesse per le Scritture dell'eunuco di Candace per convertirlo (At 8)!

3. Evidenzia ciò che ti ha colpito e meditalo durante tutta la giornata.

Dio garantì a Giosuè prosperità, se avesse meditato la Parola giorno e notte (Gs 1:8); lo stesso fece con Davide (Sl 1:2-3). Isacco incontrò Rebecca dopo aver meditato nella campagna (Gn 24:63). La lettura non servirà a nulla, se non è accompagnata dalla meditazione. Vedrai che quella Parola ti parlerà specificamente per i tuoi bisogni, poiché lo Spirito è potente a indagare i cuori in profondità (Eb 4:12) e a nutrirli di tutto il necessario (2 Tm 3:16-17).

4. Ricordati di mettere in pratica gli insegnamenti che hai ricevuto.

Gesù criticò i farisei perché, pur conoscendo la Legge a memoria, non la praticavano (Mt 23), e chiamò "beati" coloro che invece avrebbero ubbidito (Lu 11:8). Ogni giorno chiediti: "In quale area Dio vuole che io lavori, oggi?". Prenderai coscienza della necessità di perdonare, di donare, di avere più autocontrollo... Dovrai esercitarti al "buon combattimento della fede" (1Tm 1:18). All'inizio sarà dura, esattamente come quando si fanno i primi esercizi ginnici, ma poi, man mano che la Parola si farà largo nella tua vita, spazzerà via ciò che non va e permetterà allo Spirito di prenderne il controllo. Allora e potrai dire: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Ga 2:20).

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